La città di Trapani è stata una tappa cruciale per Synkarà, il progetto di tesi magistrale di un team di studenti della NABA (Nuova Accademia di Belle Arti). Nell’ambito del loro viaggio-studio, previsto dal 24 ottobre al 4 novembre, i giovani ricercatori hanno esplorato il territorio trapanese alla ricerca di quel “pensiero mediterraneo” che è al centro della loro indagine.
Il progetto, che tocca diverse coste del Mediterraneo come Genova, Carloforte e Tunisi, nasce con l’obiettivo di ripensare questo mare “come spazio d’incontro, non di confine”. Come descritto nel loro manifesto, la tavola condivisa è il dispositivo scelto per “abbattere le distanze e trasformare le differenze in scambio e arricchimento reciproco”.
Guidati da Marcello Di Lorenzo Antonio Giurlanda e Vittorio Agnello, gli studenti hanno vissuto un’immersione profonda nelle tradizioni più autentiche di Trapani.
Il loro viaggio nei saperi locali è iniziato dal gusto con la pizza storica di Calvino. Poi ad Erice, hanno incontrato la Pasticciera Maria Grammatico, che ha svelato loro i segreti della preparazione della Frutta Martorana. L’esplorazione culinaria è proseguita in un contesto familiare, dove il team ha appreso l’antica arte dell'”incocciatura” del couscous e ha scoperto la storia della tradizionale “pasta cu l’agghia”, veri e propri rituali che incarnano la filosofia del progetto.
Ma Synkarà—un neologismo che unisce “insieme” (Syn) e “gioia profonda” (Karà)—è andato oltre la cucina. Il team ha visitato la bottega del Maestro Platimiro Fiorenza, scoprendo l’arte della lavorazione del corallo e il legame storico e culturale che questa tradizione crea tra Trapani e la Tunisia.
L’itinerario è proseguito con una visita alle Saline Culcasi e al loro museo, per comprendere il paesaggio e il lavoro dell’uomo. Un momento particolarmente significativo è stata la scoperta dei Sacri Gruppi dei Misteri di Trapani. Per suggellare questo incontro e renderli simbolicamente partecipi della tradizione, ai membri del team è stata donata una “Ciaccola”.
La tappa trapanese ha celebrato l’incontro e la scoperta reciproca, e ha confermato come la cultura e i gesti quotidiani siano la vera “geografia relazionale” del Mediterraneo.
